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Le giornate dell’intercultura

Il ruolo della scuola nelle politiche di accoglienza

LABORATORIO PERMANENTE SUL DIALOGO INTERCULTURALE ED INTERRELIGIOSO

VIII Edizione Anno 2022-23

Quando la guerra è giusta. Culture e storie a confronto

Soggetti proponenti:

Associazione Culturale Mediterranea Civitas

Università degli Studi di Salerno

Università Helwan e Università American University del Cairo

Scuola di dialogo Interculturale ed Interreligioso

CONNGI Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane

L’Italia si è trasformata da paese di emigrazione in paese di immigrazione: ciò ha comportato un mutamento profondo nella società civile che si è trasformata in società multietnica.

E’ interessante notare l’incremento della presenza di nuclei familiari con background migratorio. Spesso queste famiglie vivono in zone periferiche, sia nelle aree metropolitane che nelle province, dove si registra la creazione dei cosiddetti quartieri ghetto. Una separazione così netta nel tessuto urbano delle nostre città e delle nostre periferie rischia di far scoppiare tensioni sociali che possono sfociare anche in stragi di stampo jihadista, come purtroppo è avvenuto a molti paesi europei come la Francia, la Germania o l’Inghilterra.

Pericolo particolarmente evidente quando si tratta di minori immigrati, con una formazione identitaria ancora in corso: sono proprio loro quelli che rischiano di rimanere ai margini perché in una condizione di maggiore vulnerabilità. E sono loro a preoccupare maggiormente le autorità pubbliche e gli operatori dei servizi sociali, in quanto facili prede di organizzazioni di sfruttamento dei minori. Dalla strada e dallo sfruttamento al carcere il passo è breve. Il binomio ‘marginalità’ e ‘devianza’ caratterizza, dunque, la componente dell’adolescenza straniera, nel nostro caso proveniente, perlopiù, dalle regioni del Maghreb arabo.

L’emergenza pandemica ha distolto l’attenzione dalle tematiche dell’integrazione; ma le tensioni di tipo sociale e razziale sono sempre più presenti, aggravate dalla crisi economica che la stessa pandemia ha contribuito ad aumentare.

L’Italia, nell’individuare il proprio paradigma sul processo di integrazione, deve far tesoro delle esperienze europee e mirare a ridurre il fenomeno di marginalità e devianza che può verificarsi soprattutto in riferimento alle seconde e terze generazioni, ossia ai bambini e ai giovani nati da genitori con background migratorio che spesso non hanno ancora acquisito la cittadinanza italiana.

Il progetto che presentiamo mira proprio a questo: a fornire strumenti di tipo pedagogico, sociale ed interculturale in grado di creare un clima di relazioni fondato sullo scambio, il rispetto, la reciprocità e anche la curiosità. Un processo di tipo costituzionale, perché l’integrazione vera non può mai essere di tipo antagonista ma deve passare attraverso le norme del paese ospitante, pur se nel rispetto delle diverse identità culturali, civili e religiose delle etnie presenti sul nostro territorio.

Ci rivolgiamo soprattutto agli studenti e, quindi, partiamo dalla Scuola, che è la prima Agenzia Formativa di un territorio. Utilizzeremo la letteratura per bambini e per ragazzi sia del mondo arabo che di quello occidentale ricercando le tematiche comuni a questo segmento della narrazione. Le pagine di letteratura ci permetteranno di trasmettere in modo empatico la conoscenza della diversità, ma anche di rafforzare la propria identità religiosa, culturale, civica. La metodologia adottata sarà quella di individuare il tratto ‘inter’, comune, in narrazioni all’apparenza così eterogenee. Quindi partendo da quelli che sono i principi dell’educazione interculturale, attraverso l’interletteratura, creeremo una visione fluida, di insieme, artistica, letteraria, sociale, estetica, storica non solo del nostro mondo ma anche dei mondi altri, come ad esempio il mondo arabo islamico. Ciò ci permetterà di adottare una vera e propria contronarrazione delle culture altre, in specie quella islamica, che saranno conosciute non attraverso i pregiudizi e le immagini distorte che spesso i media contribuiscono ad alimentare, ma attraverso le narrazioni autentiche degli spaccati di storia quotidiana di un bambino o di un adolescente che vive in una altra parte del mondo.

I Comuni e il territorio della Valle del Sele, fino alle limitrofe aree dell’Alto-Sele e degli Alburni Calore, ubicati nella periferia sud della provincia di Salerno, costituiranno il case study del progetto poiché si tratta di un territorio con una alta percentuale di famiglie con background migratorio e con la presenza di scuole a carattere multietnico.

E’ auspicabile il coinvolgimento dei vari Piani di Zona, (Legge regionale n. 11\2007), a partire dall’Ambito S3, nelle cui programmazioni triennali far confluire le finalità del nostro progetto. Il Piano Sociale di Ambito, infatti, è per vocazione un potente attivatore delle politiche di inclusione.

Qui è disponibile l’intero progetto in PDF.

Qui sopra la locandina del Convegno introduttivo.

Qui sopra le locandine di tutte le iniziative che hanno accompagnato il progetto.

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